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Tommaso Gualtieri

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Gran Bretagna, 1977 © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia

Vera fotografia - Gianni Berengo Gardin - Palazzo delle Esposizioni - Roma - Mostra

June 06, 2016

In questi giorni ho avuto modo di visitare la mostra Vera fotografia del Maestro Gianni Berengo Gardin in corso al Palazzo delle Esposizioni a Roma sino al 28 agosto prossimo, a cura di Alessandra Mammì e Alessandra Mauro e promossa da Roma Capitale.

Toscana, 1965 © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia

La mostra è articolata in sezioni (Venezia; Milano e il lavoro; Manicomi, zingari e foto di protesta; Italia e ritratti; Le donne; Visioni del mondo: paesaggi e Grandi Navi) e ripercorre, in 250 opere (una piccolissima parte del materiale dell’artista composto da circa 1 milione e 500 mila scatti) il lavoro del Maestro Beregno Gardin degli ultimi 60 anni, mettendo in scena un’Italia se non fosse per l'opera dell'artista piano piano rischierebbe di sbiadire nella nostra memoria.

Venezia, 1959 © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia

Le opere in mostra, alcune rappresentate da stampe originali dell’epoca, sono tutte in bianco e nero (come quasi tutti gli scatti del Maestro Berengo Gardin convinto assertore della distrazione determinata dal colore rispetto al centro di interesse delle sue foto e cioè l’uomo) ed illustrano, in maniera compiuta, il punto di vista dell’artista, la sua visione della realtà, la sua idea della fotografia vera, o per citare proprio il titolo della mostra, della Vera Fotografia.

Lido di Venezia, 1958 © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia

Gli scatti raccontano la storia del nostro Paese attraverso un ipotetico percorso circolare che origina dalla Venezia degli anni 50 (“Venezia”), ripercorrono le esperienze documentarie del lavoro in fabbrica raccolte nel corso dell'incarico svolto per conto di Olivetti (“Milano e il lavoro”), ricordano l’impegno in favoredi deboli, indifesi e reietti nell'mabito della collaborazione con Basaglia (“Manicomi” e “Zingari e foto di protesta”), celebrano luoghi magici e momenti di vita quotidiana di gente comune del nostro Paese lavorando per conto del Touring Club (“Italia e ritratti”), descrivono la condizione delle donne del nostro Paese (“Le donne”).

Trento, 1985 © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia

Infine si ritorna nella Venezia del 21° secolo per porre l’attenzione sul tema del passaggio in laguna (ove, come lo stesso Maestro Berengo Gardin dichiara in una recente intervista, “non è possibile costruire case oltre una certa altezza”) delle Grandi Navi transatlantiche (“Visioni del mondo: paesaggi e Grandi Navi”).

Venezia, 2013-2015. Bacino San Marco, visto da viaGaribaldi © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia

Le opere sono sapientemente accompagnate da citazioni del Maestro Berengo Gardin che descrivono non solo il modo di lavorare dell’artista ma anche la filosofia nascosta dietro ciascuno scatto. Ne sono un esempio due bellissime frasi, da leggere tra una sala e l’altra del Palazzo delle Esposizioni: “Quando fotografo amo spostarmi, muovermi. Non dico danzare come faceva Cartier-Bresson, ma insomma cerco anch’io di non essere molto visibile” ed ancora “Quando devo raccontare una storia, cerco sempre di partire dall’esterno: mostrare dov’è e com’è fatto un paese, entrare nelle strade, poi nei negozi, nelle case e fotografare gli oggetti. Il filo è quello; si tratta di un percorso logico, normale, buono per scoprire un villaggio ma anche una città, una nazione. Buono per conoscere l’uomo”. Due indicazioni che, da sole, rappresentano il migliore insegnamento che ogni fotoamatore, e perché no, ogni fotografo professionista, dovrebbe tenere a mente prima di scattare.

Venezia, 1960 © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia

Ed ancora, arricchiscono la mostra interventi di amici e colleghi del Maestro che si soffermano a commentare uno scatto (è il caso di una delle opere più note, l’autovettura parcheggiata dinanzi al mare, descritta da Ferdinando Scianna) o a ricordare un momento vissuto insieme all’artista (come in occasione dello scatto eseguito durate la realizzazione dell’aeroporto di Tokio da Renzo Piano).

Parigi, 1954 © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia

Con il medesimo coivolgimento intervengonoCarlo Verdone, Domenico De Masi, Marco Bellocchio, Sebastião Salgado, Mimmo Paladino a celebrare l'incredibile lavoro del Maestro.

Oriolo Romano, Lazio, 1965 © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia

Unitamente agli scatti, la mostra presenta una selezione delle raccolte fotografiche del Maestro Berengo Gardin, che nel corso della sua carriera ha pubblicato circa 250 libri tra i quali quello antologico "Gianni Berengo Gardin", pubblicato da Contrasto nel 2005 (oltre a quasi 300 mostre personali), anch’esse utili a comprendere il percorso dell’artista in questi anni.

Parma, 1968 © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia

Un testo predisposto in occasione della mostra, e disponibile all’uscita della stessa, ripercorre frasi, commenti e scatti del Maestro.

Vera Fotografia

Palazzo delle Esposizioni - Roma

via Nazionale 194 – infoalaexpo.it - 0639967500

Per maggiori informazioni sui libri di Gianni Berengo Gardin

www.contrastobooks.com

www.contrasto.it

 

 

Tags: Berengo Gardin, Fotografia, Mostra, Palazzo delle Esposizioni, Fotografia Vera

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Jun 6, 2016
Vera fotografia - Gianni Berengo Gardin - Palazzo delle Esposizioni - Roma - Mostra
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